GENTE DI CAMPO. Azienda Corradini: il sisma non ci ha abbattuti

Biodiversità, Gastronomia, Prodotti genuini, Stagionalità
Adolfo Leoni
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Una casa da abbattere, un laboratorio di macellazione da smantellare, due fienili piegati dalla neve e dal sisma da atterrare. Tutto da ricostruire.

La famiglia Corradini vive in un modulo abitativo di 60 mq. In quattro: Vittorio (il padre), Carla Colombo (la moglie), Alice (la figlia di 33 anni), Elìa (il figlio di 30 anni). È passato un anno duro, durissimo. Eppure l’azienda va.

A salvarsi dal terremoto e dalle nevicate è stata la sola stalla, fonte esclusiva di reddito. Il futuro di Elìa e Alice.

Corradini

La Famiglia Corradini di Amandola

La fattoria Corradini Srl, Società agricola, si occupa di allevamento, soprattutto di bovini (oggi 60, ma anche pecore e maiali), e macellazione.

Le 18 mucche fattrici del tipo pezzata rossa da carne hanno un nome: Heidi, Sofia, Tosca, Anastasia, Palla, Mezzocorno e via chiamando.

Ho incontrato le donne (gli uomini sono fuori): Carla è stata maestra, e Alice ha studiato grafica e ha frequentato ad Urbino il corso di scenografia teatrale. La terra, gli animali, il gusto della libertà in campagna hanno prevalso.

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La casa da abbattere

Ci sediamo sotto una specie di patio rimediato addossato al modulo abitativo. Accanto c’è una roulotte che  Carla definisce «la stanza degli ospiti».

La storia dell’azienda inizia nel 1989 quando da Milano, dove viveva, la famiglia sceglie la campagna marchigiana, il vivere sano. Vittorio è originario di Amandola, i suoi parenti risiedono a Fermo. Suo padre Gino suggerisce un pezzo di terra tra l’Abbazia di San Ruffino e Amandola. Sono sei ettari coltivabili e due di bosco ceduo, c’è anche una casa di pietra. Si parte con 17 pecore. «Un investimento possibile», precisa Carla.

Inizia anche la coltivazione dei cereali per alimentare gli animali, e poi macellazione e vendita diretta. In seguito, arriva una mucca e quindi i primi vitelli. Nel 2000 Vittorio & C. colgono un’occasione: prendono in affitto 60 ettari di terra e allevano cento pecore.

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Oggi ne coltivano 48 ettari di proprietà e undici in affitto.

50 ettari sono a cereali. Tutto in casa, ciclo chiuso. Obiettivo: qualità e biologico.

Il terremoto del 24 agosto 2016 e le scosse successive avrebbero potuto mettere in ginocchio l’azienda. Ma la Fattoria Corradini ha avuto due grandi e determinanti sostegni.

All’indomani della prima scossa, con il laboratorio di macellazione inutilizzabile, il mattatoio di Sarnano della Gra.Di.Vi ha offerto la massima disponibilità salvando il lavoro e le scadenze della Fattoria. Quindi, la solidarietà. Un numero impressionante di persone ha chiesto di acquistare i prodotti della Corradini. Non solo, gli ex compagni di università (Agraria) a Bologna di Elìa, hanno promosso una raccolta fondi per ricostruire i fienili.

Oggi, pur accampati e in attesa da un anno di un modulo lavorativo provvisorio, l’azienda continua a lavorare a gran ritmo.

Elìa e Alice partono una volta al mese per consegnare pacchi alle famiglia nel nord Italia (e non solo), i gruppi di acquisto locali sono aumentati, così come i clienti singoli. Si va avanti con determinazione.

«Perché questa è la nostra storia e il nostro futuro». Parola di Alice.