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Monterfortino, zona Vetice. Roberta faceva (e fa la mamma di quattro figli: Jason, Elodia, Morgana e Lucian); Paolo Ferrari, suo marito, era decoratore. Vivevano in provincia di Brescia. Un incidente: Paolo si rompe una spalla. Il lavoro è compromesso. Ma non è solo la spalla. È la voglia di cambiar vita. Di starsene più insieme. Dalla Lombardia alle Marche, complice un cugino che vive a Camerino, la coppia scopre i Sibillini. Un casolare da sistemare, un’azienda da intraprendere, una famiglia di caprioli a dare il benvenuto. Roberta, sulle prime, resiste. Poi acconsente. Si cambia vita. Si può.
Oggi Paolo, capelli cortissimi, barba lunghissima, lavora tre ettari e mezzo di terra acquistata e sette presa in affitto dalla Comunanza agraria di Villa Vetice.
L’azienda agricola Il Verdecammino di Roberta Baigueri è giovanissima, quattro anni appena. Il PSR ha dato una mano, la voglia di voltar pagina ancora di più.
Una parte della famiglia Ferrari
Visito l’azienda. 10 mila piantine di lavanda occupano una dolce collina che scende al fiume Tenna. Una porzione è destinata all’Elicriso.
Dalla lavanda, soprattutto, e dall’elicriso s’estraggono oli essenziali per sapone, essenze, profumi, bagnoschiuma, crema viso.
Gli interventi sono in itinere. La stalla è in via di ultimazione. Jason (18 anni) ci ricovera le capre dopo il pascolo. Ne possiede 15, di razza Saanen, svizzere, grandi, dal latte morbido. Hanno tutte un nome: Lilith, Olga, Diana, Daphne… e Frida, l’ultima nata.
Il formaggio che ne deriva è ancora in via di perfezionamento.
Per arrivare alla stalla si passa dinanzi ad un recinto. Starnazzano le oche, si muovono i tacchini, razzolano le galline ovaiole. I ricoveri, su cui è scritto maison des dindon, sono a forma di casetta. Paolo li chiama arche. Anche questi li hanno costruiti gli uomini di casa. Così come, scoprirò più tardi, le librerie, i tavoli, le madie della graziosissima abitazione. L’orto è iniziato solo quest’anno, con il sistema naturale: erba schiacciata e coperta di fieno, come suggerito dallo scrittore Giancarlo Cappello.
Come si raggiungono i clienti? Attraverso i mercatini: a Firenze, Bologna, Brescia. Poi ci sono gli amici, i conoscenti, gli estimatori. Un passa parola efficace.
Mentre visitiamo le future stanze dell’agriturismo in costruzione e il laboratorio/caseificio, Roberta se ne sta in casa a preparare il gelato: latte di capra e uovo di oca. Lo sperimenta in famiglia.
Mi invitano ad entrare. Legno dappertutto e decorazioni (si vede la mano di Paolo). Ambiente caldo, accogliente. Libreria ricca, tra cui Il Cavallo Rosso del mio amico Eugenio Corti. Molti i volumi del prof. Franco Testa, insegnante all’Agraria di Paolo.
Il terremoto li ha costretti per un anno a vivere in un container. Glielo hanno fornito quelli della Protezione civile di Bergamo. Si sarebbero accontentati di una roulotte. «È stato il sindaco Ciaffaroni a spingere: una famiglia con bambini non può vivere in roulotte».
Ora, la vita ha ripreso normale. In vista dei prossimi sviluppi.
I marchigiani? «Fantastici». Il luogo? «Stupendo». «A volte ci sembra di vivere tra le fate e gli elfi». Sogno e realtà che s’intrecciano.