GENTE DI CAMPO. Le scelte di Federica dell’azienda Scarpecci di Torre San Patrizio

Attività fisica, Biodiversità, Gastronomia, Ospitalità
Adolfo Leoni
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Stavolta siamo a Torre San Patrizio, in via Serrette, 12. Nella campagna che guarda Rapagnano, Monte San Pietrangeli e, sul lato opposto, Montegranaro.

Ho raggiunto l’Azienda agricola Scarpecci Marcello e Federica, dove Marcello è il babbo e Federica la figlia. Senza dimenticare il supporto della signora Mirella, e di Endrio, rispettivamente mamma e fratello di Federica.

Minaccia pioggia e c’è gran vento. Federica, 32 anni, mi aspetta con un quasi eskimo, sciarpa e cappuccio da sci. Sarebbe orafa di studi. Ha frequentato l’Istituto d’Arte. Poi, dopo il primo anno di università, ha optato per la terra, il campo, le buone produzioni. Ed ora sta assumendo la direzione. Buon sangue non mente: nonno Giuseppe è all’inizio dell’attività agricola.

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Federica Scarpecci, da orafa ad agricoltore

Sotto la piscina – sì, perché dal 2013 è nato anche l’agriturismo, con camere, La Via del Sole,- si srotolano 700 piante di olivo. «Del genere Leccino al 90 per cento, il restante è Carboncella», spiega Federica che mi parla anche del frantoio in proprio, della Cantina e della vigna con i vitigni Pecorino, Montepulciano, Sangiovese.

Il Pecorino lo hanno chiamato Delicius, il Montepulciano è Procies, il Sangiovese Harmonie. Tento inutilmente di farmi spiegare le origini dei nomi. Risposta: «Piacevano». La campagna dell’azienda si stende per sette ettari, al sole, al riparo dal freddo.

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Federica e i suoi coltivano legumi: roveja, cene nero, cece nostrano (piccolo e senza buccia), lenticchie, fagioli dall’occhio bianco o nero, cicerchia.

«In produzione – spiega l’orafa di campagna – c’è la lenticchia nera e gli azuki, che sono fagioli piccoli». Mi informo, successivamente: «anche depurativi e ricchi di ferro».

Nei campi dell’azienda di Torre cresce anche il grano antico: Jervicella, Saragolla e Senatore Cappelli.

Il Saragolla serve per la pasta (che l’azienda produce) tipo Paccheri, Gigli, Pennette e Tagliatelle. Lo Jervicella, mischiato al grano Saraceno, al Bologna e al Rieti, serve per il pane preparato in casa.

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Il pane fatto in casa

La produzione di frutta (ciliege, albicocche, pesche e mele) e di ortaggi resta residuale.

Sotto la strada, sorge la stalla con sette capi. Si tratta di mucche della razza marchigiana. La macellazione avviene presso il mattatoio di Loro Piceno.

Qualche anno addietro la «pazza idea» dell’agriturismo. Il ragionamento è stato questo: abbiamo la campagna, l’olio, la carne, il vino, la pasta, perché non…? Ed è nata La Via del Sole dove si mangia quel che si trova. E dove Mirella si sbizzarrisce in cucina tra sughi, tagliatelle e vincisgrassi. Su questi ultimi, ci siamo trovati su fronti opposti: lei, per la besciamella, io, solo per rigaglie di pollo e, forse tartufo, come consigliava il Nebbia.

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Federica invece si occupa dei dolci. Dunque: orafa, contadina e pasticcera. È talmente brava che, tempo fa, Marie-Andrée Bergeron, più nota come Ima, cantante canadese, cliente in incognita nell’agriturismo di Torre, dopo aver assaggiato il dolce, e di nuovo riassaggiato, s’è alzata in piedi e ha cantato dedicando una canzone a Federica e alla sua famiglia.

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