
Innanzitutto il luogo. A sinistra, più in alto, l’ex convento dei Cappuccini. A destra, una vista magnifica sull’Adriatico. In mezzo, una conca, protetta dal vento, baciata dal sole. È lì, nella terra di Sant’Elpidio a Mare, che Roberto Diletti coltiva i suoi prodotti. L’omonima azienda agricola è nata nel gennaio del 2016.
Roberto (42 anni) aveva un sogno da realizzare. Dopo undici anni di camionista e un’impresa di trasporti, ha lasciato tutto e con i risparmi messi da parte si è buttato nell’avventura agricola.
Roberto Diletti, da camionista ad agricoltore
La campagna, d’altronde, è stata sempre la sua passione. Correva nei campi guardato a vista dai nonni che però gli ripetevano che facendo i contadini non ci si arricchiva. Ma a lui non è importato. Non è quello che desiderava e desidera. Ci sono altri valori nella vita. Così, dopo varie sperimentazione, ha deciso: farò il contadino, produrrò grano.
Ma non crediate che Roberto sia un utopista, un vago sognatore. Anzi. È partito dalla realtà. I suoi genitori, Silvano e Bruna Assillo, da sedici anni conducono il negozio Sapori di pasta a Sant’Elpidio a Mare. Pasta di grano. E, allora, ha pensato Roberto, perché non produrlo io quel grano. Si è messo sulle tracce del tipo Senatore Cappelli, poi, per una serie di coincidenze, ha piantato il Saragolla, che è un grano, mi spiega in un giorno di neve, «Khorasan (Triticum turgidum subsp. turanicum), un antenato del grano duro moderno, in origine coltivato nella fascia compresa tra l’Anatolia e l’Altopiano iranico e tra l’Egitto e la Mesopotamia e per questo conosciuto anche come “Grano degli Egizi” o “del Faraone”».
Roberto è così: contadino, studioso e ricercatore. Contento del suo lavoro. Ora di grano Saragolla ne produce 25 quintali, quelli giusti per il negozio dei suoi. L’etichetta è originale e significativa: Semi liberi. Accanto al grano, ha iniziato la coltivazione degli ortaggi: cavolfiori, broccoli, cavoli…
Poi ha allestito una carciofaia e un’asparagiaia. Per quest’ultima ha ripreso l’asparago tipico elpidiense, che dovrebbe diventare Denominazione Comunale.
Non si è fermato qui. Dei 9,5 ettari di terreno di proprietà (diviso tra Sant’Elpidio a Mare e contrada Cantagallo di Fermo), due ettari sono dedicati all’olivo. 200 piante di leccino che diventa olio con lo stesso marchio: Semi liberi.
Le produzioni, oltre al negozio Sapori di pasta, vengono acquistate dai due punti macrobiotici di Fermo e Porto San Giorgio. Roberto ci tiene a dirmi che i titolari controllano direttamente la produzione. A rifornirsi dall’azienda agricola sono anche i Gas del fermano. Roberto è presidente di quello elpidiense.
Tra i suoi prodotti c’è anche il mais adatto per la polenta ed anche per una patatina tipo snack, dall’immagine esplosiva smash mais.
Con il Saragolla ha tentato, riuscendoci, di produrre una birra blanche, che definisce «aspra, dissetante e apprezzata dai critici del gusto».
Due cose lo soddisfano: la solidarietà che s’è stabilita tra i giovani agricoltori, e il ritorno al concetto di agricoltore sensitivo, immerso e parte della natura. Un tutt’uno.