
Lo raggiungo che sta seminando: un trattore con autista e, sul retro, sedute, due persone che introducono semi in una macchina che scava e deposita sul terreno. Uno dei due è Danilo Del Gobbo, da un anno a tutti gli effetti agricoltore.
L’azienda si trova lungo la piana destra del Tenna, a Fermo, in località Girola, dietro alla piccola chiesa dei Sacri Cuori.
Danilo, che ha 42 anni, ne ha lavorati 14 anni in un suolificio vicino a casa. Poi, nel 2017, la scelta di fare in proprio. E, in proprio, un altro lavoro: il contadino. Esattamente: il produttore di patate. Non che l’idea sia scattata così per gioco. Passione e amore della terra arrivano da lontano. Suo padre Adriano era coltivatore diretto. E Danilo per alcuni anni, ha fatto l’agricoltore nel tempo libero, nei ritagli, la domenica. Ora, no. Ora è un mestiere su cui scommettere, è diventato il primo lavoro.
Danilo Del Gobbo
L’Azienda agricola Danilo Del Gobbo può contare su 20 ettari di campagna, a Girola e nel circondario. La gran parte è vocata a produzione di patate, come si diceva, del genere Monna Lisa e Blue Star, ma anche di zucchine (tremila piantine per prova). Un piccolo appezzamento residuale è destinato ad ortaggi.
Anche suo suocero, Arduino Catalini, padre di Mara, è produttore di patate. Tuberi sempre in famiglia.
Campi pronti per la semina
L’obiettivo di Danilo è quello di arrivare ad una produzione di mille quintali. Attualmente si attesta a 500.
La vendita avviene attraverso l’acquisto diretto da parte dei consumatori ultimi nella sede di Girola e l’approvvigionamento dei grossisti del Fermano.
Il seme di oggi diventa patata in cinque mesi circa. La seminagione è scaglionata in modo che la produzione non si fermi mai. Il prodotto viene stoccato in un magazzino-scantinato dal clima giusto. In prospettiva c’è l’acquisto di un grosso frigorifero. Intanto di acquisti ne sono stati fatti diversi: cinque trattori e altri macchinari per piantare e scavare. L’investimento è stato considerevole: 200 mila euro. Soldi ottenuti grazie alla fiducia riscontrata in banca e istituti di Leasing. «Ho sempre pagato regolarmente ogni rata e fatto fronte alle diverse scadenze» racconta Danilo, «questo ha comportato un’attenzione da parte degli istituti di credito al mio progetto. Nel giro di qualche anno dovrei restituire tutto».
Quello della fiducia bancaria è un tema che ribadisce, così come ribadisce la mancanza di sostegni di altro genere e la mancanza di sgravi per chi opera nella buona agricoltura. Una politica idonea, cioè.
Semina in atto
I problemi vengono dal clima. Relativamente dalle gelate: «la patata non soffre molto», ma dalla siccità che «porta con sé una malattia chiamata peronospera».
Il lavoro è tanto, «ma se fatto con passione è piacevole e non si guardano le ore». Poi, c’è un altro elemento, inscindibile: «È un lavoro in libertà, all’aria aperta, che dà la possibilità di seguire i figli». Così mi racconta del quattordicenne Nicolò (l’altro figlio si chiama Diego e ha 7 anni), che si iscriverà ad Agraria, e che è un buon ciclista. «Ora ho il tempo per accompagnarlo e seguirlo nel suo sport».