
Lunedì scorso: la prima giornata veramente fredda.
Mi trovo lungo la vallata del Tenna, contrada Girola di Fermo. Luigi Ferracuti indossa una giacca pile, guanti pesanti e cappello. Sta raccogliendo le ultime mele. Mi invita a fare altrettanto. E mi insegna: «Le mele non si staccano, tirandole giù, né si torcono, si girano e si estraggono». Un piccolo colpo secco e posso addentare una «Tardiva rossa» fischiettando di Branduardi «Cogli la prima mela».
Luigi è il capostipite dell’azienda Ferracuti.
Da sx Silvia ed Eleonora Ferracuti
Faceva l’infermiere. Negli orari in cui non era impegnato, insieme alla moglie Maria Dina, coltivava alberi da frutto. Dieci all’inizio, 100 più tardi. A 52 anni ha lasciato per dedicarsi esclusivamente ai suoi campi. La produzione di frutta è diventata attività principale. Ora di piante ce ne sono 12 mila e a tirare avanti l’azienda è sua figlia, la giovane Eleonora, coadiuvata da sua sorella Silvia, giovane anche lei.
Eleonora ha un diploma da infermiera, Silvia ha una laurea in psicologia. Ma la terra le ha catturate. Sei ettari di frutteto, quasi tutti in piano, non tutti accorpati, a macchia di leopardo, «in una valle benedetta da Dio» spiega Silvia che mi accompagna in un tour tra i filari. Per arrivarci, andiamo in auto. Se fosse stato caldo saremmo andati in trattore. Silvia ed Eleonora ne hanno la patente, così come hanno il patentino per i prodotti fito-sanitari.
Il capostipite Luigi Ferracuti
Il lavoro grosso inizia ad agosto e termina a marzo. Le prime mele a finire nelle cassette sono le Golden (quelle gialle), poi c’è la Rossa delizia, quindi la Granny Smith, la Tardiva rossa e la Fuji. Il primo impianto è stato quello della Royal Gala. L’ultimo è della Bakai.
Il punto vendita sorge accanto alla casa di famiglia. Al mattino è un brulichio di acquirenti, più attenuato nel pomeriggio, con picchi il sabato. Arrivano dai paesi vicini, dal maceratese, dal civitanovese ed ora – una telefonata li ha annunciati – anche da Cesenatico e Forlì.
Il punto vendita a Girola di Fermo
L’azienda agricola Ferracuti di Ferracuti Eleonora – questa è la ragione sociale – non vende ai grossisti né ai supermercati. «Qualche supermercato si è fatto avanti. Vedremo in seguito» dichiara Silvia. Accanto ai meleti, ora ci sono anche alberi di prugne e di pesche. Impiantato anche un orto invernale, con finocchi, cavoli, broccoli, verze. In un altro, vicino a casa, crescono tremila piante di pomodori. Un modo per rispondere alle esigenze della clientela. Dunque, mele, ma non solo.
Nei mesi da aprile a luglio, nei campi non si va in letargo. «No, no. Si deve procedere alle potature, al diradamento, alla difesa fito/sanitaria, alla concimazione… C’è sempre da fare».
Ora l’azienda è entrata a far parte del Consorzio italo-franco-spagnolo denominato Pink Lady, dal tipo di mela che ritira.
L’arrivo delle due donne in azienda è coinciso anche con molte innovazioni. Come ad esempio, l’estesa copertura anti grandine, che protegge molta parte del frutteto. Una spesa non indifferente.
Mentre me ne vado, scorgo Luigi sul trattore. La sua vita è ancora lì.