GENTE DI CAMPO. Roberto Framarini e la sua Solatia

Attività fisica, Biodiversità, Prodotti genuini
Adolfo Leoni
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Giovanissima azienda agricola, dallo strano nome: Solatia, perché il sole la inonda dall’alba al tramonto. Una conca, dolce, tra due colline: ad est il mare, ad ovest una porzione di Sant’Elpidio.

Clima adatto per gli ortaggi. Roberto Framarini ne è il titolare. Alto, occhiali rotondi, laurea in scienze politiche, diploma da geometra, un passato da muratore e un anno come volontario in Inghilterra presso le aziende biologiche del WWOOF.

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Roberto Framarini

Tornato in Italia, la scelta di riprendere le orme di nonno Domenico, agricoltore a San Severino Marche. La terra della contessa Scoccini era stata acquistata dal padre di Roberto, Enzo, titolare di una piccola impresa edile. 4,5 ettari tra Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio, in una zona baciata dalla Provvidenza.

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Roberto s’è tirato su le maniche e da quattro anni lavora la campagna. Da un anno ha aperto l’azienda. Lo raggiungo in una giornata mite. Roberto è già tra i campi, felpa nera e stivali. Ha piantato fava, piselli, agli. Inizia la passeggiata tra gli ortaggi. Strisce ben delineate di finocchi, biete, cicoria, insalata in genere.

Sulla sinistra, vicino all’abitazione, ci sono gli olivi, varietà Leccino. «Ne produciamo giusto per i nostri clienti affezionati».

I cavoli mi attirano per i colori. Ci sono quelli neri di Toscana, quelli a cappuccio verde e viola, il cavolo verza. Gradazioni che ridanno sprint al grigiore del mattino.

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Poco più in là, mi indica le cipolle del tipo Tropea e dorate di Parma. Ancora più in là, un pendio: il «Medicaio, l’erba medica che aiuta a ripulire la terra e a farla riposare». Qui, il biologico è praticato. Tra qualche tempo, il medicaio diventerà terra di grani antichi: Jervicella e Saragolla soprattutto. Framarini, contadino con laurea, pensa di coinvolgere un pastore con le sue greggi. Lo scopo è di far brucare l’erba e concimare il campo. «Poi, magari, se mi regalano una forma di pecorino, sarò grato», scherza.

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Mentre tocca i residui di lunghi fagiolini viola, mi racconta di aver iniziato ad imparare l’arte del contadino seguendo i corsi di agricoltura sinergica in Toscana e quella dinamica a Treia. Ma ci sono anche i vicini che danno consigli. Verso il fosso Tribbio ha piantato carciofi. Gli ortaggi vengono venduti soprattutto ai GAS. Vicino casa c’è il pollaio «per soli usi casalinghi». Roberto, che s’è sposato l’estate scorsa con Marisa Souza De Santos, insieme all’amico Roberto Diletti punterà anche sull’asparago riprendendo l’idea di una coop. anni Settanta. Produzione pronta per il maggio 2018.

Nel ricovero attrezzi, scorgo un piccolo trattore cingolato, ripuntatore, trincia e fresa. «Acquistati un po’ alla volta».

La filosofia aziendale? «Non ingrandirsi troppo, collaborare con i vicini e specializzarsi». Una rete vera.