
In questo articolo parliamo di:
Più che Gente di Campo stavolta dovremmo intendere Gente di Birra e Gente di Vino.
Inizio con la prima, collegandomi a Lorenzo Lotto. Il pittore veneto-marchigiano dipinse una cappella di Trescore Balneario con la Santa Brigida (quella irlandese, di Kildare) che tramuta due barili d’acqua in birra spumeggiante. I monaci, si sa, quelli trappisti in particolare, sono stati e sono i migliori produttori di birra. L’orzo, per dirla con la benedettina Gloria Riva, «è sempre stato direttamente collegato con le realtà divine e spirituali». Stavolta però è un frate minore conventuale, un francescano dell’arcidiocesi di Fermo, a parlarci di birra e vino.
Firmandosi chestertonianamente, Il Patriota cosmico, ha scritto un tascabile che è un vero gioiellino, quasi un libro da viaggio come si faceva un tempo, da tener nel taschino e consultare di tanto in tanto.
Titolo: Omelie per Birrerie con Terzine per Cantine. 47 paginette di citazioni, frasi, brevi racconti di personaggi noti.
Scorro il libretto, con Chesterton: «La mia mira nel colpire le bocce non è mai stata così precisa come quella nell’afferrare la birra», oppure con il Daily Express: «La buona birra è la base della vera temperanza».
Il nostro autore, da giovin sacerdote, iniziando una omelia disse: «Come scriveva un autore inglese “Bisogna ringraziare Dio per la Bibbia e per il Borgogna non bevendone troppo”… scusate, non era la Bibbia, ma la birra…».
Il Patriota cosmico era astemio. Un confratello più adulto gli fece questo ragionamento: «Se devi diventare sacerdote devi dire Messa; se devi dire messa devi imparare a bere il vino». Ragionamento limpidissimo, cui Il Patriota si adeguò quasi subito e credo con piacere.
Torno sul libricino. Galileo Galilei scriveva: «Il vino è la luce del sole tenuta insieme dall’acqua»; per Louis Pasteur «Una bottiglia di vino contiene più filosofia che tutti i libri del mondo». Oppure Dumas: «Il vino: cioè la parte intellettuale del pasto». Sembra un po’ blasfema la frase attribuita a Noè in dialogo con la moglie: «Non m’importa dove va l’acqua, purché non vada nel vino». Un po’ meglio quella di Gibran per il miracolo di Cana: «L’acqua vide il suo Dio e arrossì».
Prima del saio, Il Patriota cosmico, di famiglia belmontese, ha studiato all’Istituto tecnico agrario di Ascoli Piceno. Dopo aver lavorato a Fano come ispettore di igiene è entrato nell’ordine dei Frati Minori Conventuali.
Continuo la lettura. Ancora Chesterton: «Spero sappiate che nei quattro fiumi dell’Eden scorrevano latte, acqua, vino e birra. Le acque gassate comparvero sulla terra solo dopo la caduta dell’uomo». Colpa, dunque, del peccato originale.
Come ogni francescano, Il Patriota gode delle cose del creato, dunque anche di vino e birra. E annota: «Nessun animale ha mai inventato qualcosa di brutto come l’ubriachezza, ma neppure qualcosa di bello come la birra». Bevete, ma con discrezione e «bevete perché siete felici, ma mai perché siete infelici. Non bevete mai quando, senza l’alcol, vi sentite derelitti… L’ubriacone e l’astemio commettono lo stesso errore: considerano il vino una droga e non una bevanda».
Dimenticavo: i proventi della vendita del libricino andranno per scavar pozzi d’acqua nelle missioni francescane del Burkina Faso, Zambia, Ghana.
E dimenticavo ancora: Il Patriota ha un nome proprio: fra Roberto Brunelli.
Alla salute!